2014
Vatti a fidare degli amici
Se Lampard non vi è bastato, ecco per voi i dieci gol dell’ex più famosi
DIECI GOL DELL’EX – Domenica è salito alla ribalta Frank Lampard, che non poteva scegliere occasione più particolare per segnare la sua prima rete con la maglia del Manchester City: la gara interna con il Chelsea ha messo in luce il gol dell’ex più clamoroso degli ultimi tempi. Anni e anni in Blues e alla prima occasione buona ecco il gol all’85’ con tanto di non esultanza, la muted celebration come la chiamano in Inghilterra. Vatti a fidare dei vecchi amici. Eppure Lampard nella storia del calcio è in buonissima compagnia; in Italia c’è l’abitudine di non esultare nemmeno se si è giocato due minuti nella squadra avversaria, ma il punto è un altro: il calcio, quello moderno soprattutto, è pieno zeppo di gol dell’ex. Ne abbiamo scelti per voi dieci, alcuni storici, altri bizzarri, altri ancora commoventi.
10. LUKAS PODOLSKI, GERMANIA 2-0 POLONIA – E’ difficile trovare un gol dell’ex tra nazionali, magari un giorno Thiago Motta o Diego Costa ne segneranno uno, ma per il momento il caso più eclatante è legato a Lukas Podolski, attaccante tedesco ma anche polacco. Nato in piena Polonia a Gliwice da genitori originari del luogo, si è trasferito in Germania da piccolo rimanendo però legato alle sue origini. Se ne è ricordato al 20′ e al 72′ minuto della partita tra Germania e Polonia valida per la fase a gruppi di Euro 2008 quando ha messo a segno la doppietta decisiva per il 2-0 finale e non ha esultato per onorare il suo ex popolo. Diplomatico come non mai, non a caso all’ultimo Mondiale era in prima fila per farsi i selfie con la Merkel.
9. RICCARDO MONTOLIVO, FIORENTINA 2-2 MILAN – Beniamino dei tifosi (non tutti) della Fiorentina e faro di centrocampo sotto la gestione Prandelli, Riccardo Montolivo fa infuriare i fan viola quando sceglie di non rinnovare e quindi di passare al Milan nel 2012-13. I supporter toscani decidono di fargliela pagare e nello scontro diretto per la Champions al Franchi preparano un’accoglienza incredibile per lui, simile a quella che i tifosi del Barcellona riservarono a Figo a suo tempo. Morale della favola? Il suo sostituto alla Fiorentina, David Pizarro, in un ultimo eccesso di vanità cerca un impervio dribbling proprio su Montolivo che ruba palla e vola indisturbato a mettere in gol l’uno a zero momentaneo. Montolivo non esulta, ma corre verso i fan del Milan con un sorriso beffardo sul volto.
8. DIEGO PABLO SIMEONE, LAZIO 4-2 INTER – Avesse potuto quel giorno Diego Pablo Simeone si sarebbe sotterrato. La data ormai la sapete tutti, il 5 maggio 2002, anniversario della morte di Napoleone e debacle storica dell’Inter in trasferta all’Olimpico con la Lazio nella gara decisiva per lo Scudetto. Al decimo del secondo tempo siamo ancora sul due a due e l’Inter ha ancora molte chance di poter vincere quella gara e il tricolore, ma uno spiovente da destra su punizione trova lo stacco imponente del Cholo Simeone che batte Toldo e dà il 3-2 alla sua Lazio ma sopratutto apre le porte dello Scudetto alla Juventus. Simeone, ex interista e vecchio cuore nerazzurro, viene festeggiato dai compagni ma rimane impietrito. La Lazio andrà in Coppa UEFA, l’Inter si riprenderà solamente qualche anno dopo da quell’harakiri romano.
7. CRISTIANO RONALDO, MANCHESTER UNITED 1-2 REAL MADRID – Cristiano Ronaldo ha sempre ammesso di amare il Manchester United e, chissà, un giorno potrebbe pure tornarci. Intanto però ha castigato ben bene i suoi ex compagni di squadra e un Old Trafford pronto ad abbracciarlo come un vecchio amico. Siamo agli ottavi di Champions 2012-13, già all’andata CR7 ha segnato da ex ma a Manchester è totalmente diverso. Il Real Madrid è sotto 0-1 nell’ultima apparizione in Europa di Ferguson, l’arbitro Cakir si inventa un’espulsione assurda per Nani e lo United capitola in dieci subendo il pari di Modric e la coltellata decisiva da Ronaldo, che chiede scusa agli ex supporter dopo il gol. E pensare che fu proprio Ferguson a lanciare il portoghese, suggello finale sull’avventura europea del maestro scozzese.
6. ROBERTO PRUZZO, FIORENTINA 1-0 ROMA – Trecentoundici partite e centotrentotto gol vorranno pure dire qualcosa, no? Per Roberto Pruzzo e per la Roma sono numeri storici, che rievocano i favolosi anni Ottanta con il bomber di Crocefieschi a spaventare le difese avversarie in qualsiasi maniera. Al termine della sua carriera alla Roma però Pruzzo decide di diventarne carnefice: è il 30 giugno 1989 e l’attaccante gioca nella Fiorentina, con la quale non ha mai segnato. Si gioca a Perugia lo spareggio per entrare in Coppa Uefa e l’avversaria dei viola è proprio la Roma. La gara finisce uno a zero ed è quasi inutile dire che l’unico gol dell’incontro lo ha messo a segno proprio Pruzzo, nella sua ultima partita in carriera. Al cuor non si comanda.
5. EMMANUEL ADEBAYOR, MANCHESTER CITY 4-2 ARSENAL – Nell’estate del 2009 l’Arsenal cede Adebayor al City per ben ventinove milioni di sterline, un affare ottimo dal punto di vista economico. E a livello umano? Beh, la risposta a questa domanda ce la dà il primo match di Adebayor da ex contro i Gunners, il 12 settembre del 2009 quando a Manchester sale l’armata di Wenger. Prima il togolese rifila una scarpata sul volto di van Persie, poi compie uno di quei gesti destinati a rimanere volente o nolente nella storia del calcio: dopo aver segnato un gol corre all’impazzata verso i suoi ex tifosi ed esulta sotto di loro irridendoli. I fan dell’Arsenal sono l’immagine pura della rabbia, gli steward fanno fatica a contenerli. Perché c’è anche chi segna da ex ma non è tanto avvezzo alla muted celebration.
4. JOSE’ ALTAFINI, JUVENTUS 2-1 NAPOLI – Il 6 aprile del 1975 Josè Altafini si è meritato il soprannome di Core ‘ngrato. Dopo aver giocato sette anni a Napoli, è passato in tarda età alla Juventus ma è ancora un bomber di razza soprattutto a gara in corso. Ne dà sfoggia proprio nella sfida tra Juventus e Napoli nella decima di ritorno del campionato di Serie A 1974-75: bianconeri e azzurri sono appaiati in testa alla classifica e si gioca una sorta di spareggio a poche giornate dal termine in casa della Juve. Il risultato è fermo sull’uno a uno quando Carlo Parola mette in campo Altafini come ultima carta della disperazione. Il bomber brasiliano però è implacabile e colpisce all’88, 2-1 per la Juve e scudetto sulla via di Torino. A Napoli ancora non gliel’hanno perdonato.
3. RONALDO, INTER 2-1 MILAN – Nel gennaio 2007 Milano è incredula, Luis Nazario da Lima detto Ronaldo passa dal Real Madrid al Milan. Proprio il Fenomeno che aveva fatto innamorare i tifosi dell’Inter, anche se molto più rotondo dei bei tempi in nerazzurro, si trasferisce agli odiati cugini milanisti. Come sempre in questi casi i tifosi si dividono, c’è chi continua ad amare il Ronaldo calciatore e chi invece odia il Ronaldo uomo arrivando perfino a gettare le vecchie magliette; il momento giusto però per un rendez-vous sul campo è il derby di ritorno dell’11 marzo 2007. A metà del primo tempo il brasiliano, più simile a Giancarlo Magalli che a un calciatore, fa vedere di avere ancora classe da vendere e scaglia un sinistro da fuori area alle spalle di Julio Cesar per l’1-0. Non contento Ronaldo va sotto la curva interista e si porta le mani alle orecchie, scatenando offese che non esistono neppure nei peggiori vocabolari. Il Milan perderà quel derby ma il gol di Ronaldo è indelebile nella mente dei tifosi nerazzurri e rossoneri.
2. DENIS LAW, MANCHESTER UNITED 0-1 MANCHESTER CITY – Nell’ultima partita di campionato del 1973-74 Denis Law affronta il suo passato. Tornato al Manchester City dopo anni gloriosi coi cugini del Manchester United, è atteso dall’ultima di campionato proprio a Old Trafford contro i Red Devils quasi spacciati ma che hanno ancora una chance di salvezza in caso di vittoria. La partita scivola via tranquilla fino all’81’ quando Law in area di tacco devia in rete un passaggio da destra ammutolendo i tifosi assiepati fino a bordo campo. Con i risultati maturati sugli altri campi il Man Utd sarebbe ugualmente retrocesso ma questo Law non lo sa e nemmeno esulta. Rimane a capo chino fin quando non viene sostituito, ovvero quasi subito. Un’invasione dei tifosi dello United interrompe addirittura la partita, costringendo l’arbitro a fischiare la fine all’85’. La FA convaliderà il risultato, mentre per Law si tratta dell’ultimo gol in carriera. Quello più triste.
1. GABRIEL OMAR BATISTUTA, ROMA 1-0 FIORENTINA – C’è davvero bisogno di dire che Batistuta ha fatto la storia della Fiorentina? Uno così ha fatto la storia del calcio, altroché. I tifosi della Viola sognano tutt’oggi un giocatore del genere, così decisivo ma anche così uomo squadra. Per questo l’estate del 2000 è triste, Batigol prende la strada di Roma e in attacco al Franchi rimane un vuoto. La prima da ex per l’argentino è anche la partita più difficile, si gioca all’Olimpico il 26 novembre del 2000; la gara è inchiodata sullo zero a zero grazie anche a un super Toldo, ma a dieci dalla fine un pallone capita alla giusta altezza sul piede di Batigol poco fuori area. Batistuata si coordina e scaglia un tiro prepotente alle spalle del numero uno della Fiorentina, per poi girarsi incredulo e iniziare a piangere mentre i compagni lo abbracciano perché per loro è un gol come un altro. Nove anni a Firenze, un amore corrisposto con la città e con i fan, una caterva di gol in giro per l’Europa: queste cose non si dimenticano caro Bati, anche un gol che vale una sconfitta può passare in secondo piano.